Leishmaniosi del cane comprenderla per prevenirla
La Leishmania dunque necessita di questo insetto per passare da un ospite ad un altro. Quando il pappatacio si nutre del sangue di un cane malato, veicola la Leishmania dentro di sé anche per 19-20 giorni prima di inocularlo in un altro cane durante un nuovo pasto di sangue. La Leishmania una volta nel circolo sanguigno del cane,viene fagocitata dai macrofagi e da qui si diffonde nell’organismo.
Il periodo di incubazione della Leishmaniosi va da 1 mese a 7 anni; colpisce indifferentemente maschi e femmine e non ci sono predisposizioni di età o di razza. Dagli innumerevoli studi svolti è emerso che risulta più probabile il contagio in cani che vivono prevalentemente all’aperto in quanto maggiormente esposti alla puntura degli insetti. Nemmeno i cani a pelo lungo possono essere considerati al sicuro dalle punture dei pappataci in quanto essi pungono prevalentemente le zone più povere di pelo come il dorso del naso.
La Leishmaniosi è una malattia dai molteplici aspetti e può coinvolgere diversi apparati o organi, perciò i sintomi manifestati dai cani malati possono essere svariati comprendendo lesioni cutanee, dimagramento,diarrea, vomito, tosse, atrofia muscolare, polidipsia/poliuria (aumento della sete e della quantità di urina prodotta), zoppia, epistassi (perdita di sangue dal naso),starnuti.
Alla visita clinica il cane affetto da Leishmaniosi può presentare linfoadenomegalia sistemica o regionale (aumento di volume dei linfonodi), anemia, splenomegalia ed epatomegalia (aumento di volume della milza e del fegato), lesioni renali e oculari. Nella forma cutanea le lesioni sono molto caratteristiche; si tratta di una dermatite non pruriginosa che si manifesta con forfora e rarefazione o perdita completa del pelo in aree ben precise, accompagnate o meno da lesioni ulcerative. In particolare risultano colpite la zona peri-oculare (“cane con gli occhiali”), il dorso del naso e la cute dell’orecchio.Tutto ciò conferisce al cane malato di Leishmaniosi un aspetto definito “da cane vecchio”,spesso possono essere colpiti anche gli arti soprattutto a livello delle prominenze ossee e dei cuscinetti plantari sui quali possiamo osservare lesioni ulcerative. In molti casi le unghie manifestano una crescita abnorme (onicogrifosi).
Nella forma viscerale invece il quadro che si presenta può essere vario:nella maggior parte dei casi i cani malati presentano i linfonodi esplorabili aumentati di volume, duri, indolenti, così pure la milza e il fegato. Dagli esami del sangue può emergere una anemia normocromica normocitica scarsamente rigenerativa dovuta a una maggior azione di “distruzione” dei globuli rossi da parte della milza, una diminuzione del numero di piastrine (da cui la presenza di emorragie spontanee come l’epistassi) e un aumento delle proteine totali del sangue (quasi esclusivamente le globuline), con conseguente abbassamento del rapporto albumine/globuline.
A livello dell’apparato urinario il cane colpito da Leishmaniosi può presentare un quadro di insufficienza renale più o meno avanzata che si manifesta con anoressia, debolezza, vomito e aumento della sete e dell’urina prodotta. Nei casi più gravi si ha una perdita di proteine urinarie tale da causare una ipoproteinemia con conseguente accumulo di liquido nell’addome (ascite) e/o a livello delle articolazioni, come pure il distacco della retina.Per questo oltre gli esami ematologici sono fondamentali quelli delle urine.Con il progredire della malattia l’animale si presenta fortemente disidratato e dimagrito.Purtroppo oggi non è stato ancora individuato alcun metodo valido in grado di proteggere i cani da questa subdola malattia; è pur vero che esistono in commercio svariati prodotti repellenti per gli insetti (compresi i pappataci) sottoforma di spray o collari, ma nessuno di essi dà una sufficiente garanzia di successo.
In compenso siamo in grado di diagnosticare la malattia anche nei soggetti che ancora non presentano sintomi manifesti e quindi prima che il parassita abbia avuto il tempo di fare troppi danni.
Per effettuare diagnosi di Leishmaniosi si può fare ricorso ad un test in grado di rilevare la presenza di anticorpi nel sangue; in questo modo si può sapere se un cane è venuto a contatto o meno con il parassita. Per confermare la presenza del parassita è possibile effettuare un esame citologico di un linfonodo esplorabile o del midollo osseo, e visualizzare al microscopio il parassita.
Una volta accertata la malattia, si possono effettuare esami più approfonditi per poter effettuare una scelta più accurata della terapia a cui sottoporre il paziente malato da Leishmaniosi.
La terapia prevede l’utilizzo di un farmaco ad azione Leishmanicida, che può essere l’ antimoniato di N-metilglucamina sotto forma di iniezioni da effettuarsi per almeno 28 giorni , o uno sciroppo a base di Milteforan, da somministrare ogni 24 h per 1 mese . Inoltre si consiglia l’utilizzo di un farmaco ad azione Leishmaniostatica in compresse da somministrare ogni 12 ore per un periodo di sei mesi. Le dosi e la frequenza degli interventi terapeutici vengono stabiliti dal veterinario in relazione ad ogni singolo caso proprio per il carattere multiforme della malattia.
Durante il ciclo di cure occorre valutare l’efficacia della terapia attraverso esami di controllo che consentono di valutare se il cane necessiti di altri cicli di terapia o se si possa considerare guarito o cronicizzato.
La prevenzione rimane l’arma migliore che abbiamo a disposizione,si può scegliere tra una vasta gamma di prodotti, da collari specifici, spot-on da applicare ogni 30 giorni con regolarità, spray da appicare sul mantello prima delle passeggiate, vaccinazione annuale con efficacia del 72%. Nonostante la prevenzione, che ricordiamo deve essere effettuata con costanza e regolarità, è molto importante effettuare dei test sierologici almeno una volta all’anno e recarsi dal medico veterinario alla prima avvisaglia di uno dei sintomi descritti.